Il Progetto

 

INSTRADAAA è un progetto che si pone l’obiettivo di sviluppare e sostenere i percorsi di uscita dei richiedenti asilo e rifugiati sui territori di Alba e Bra attraverso un sistema di welfare di comunità basato sullo scambio e la reciprocità.

 

È un’iniziativa promossa, nell’ambito del Progetto migranti finanziato dalla Fondazione CRC, dalla rete di impresa Rifugiati in rete e coordinata dal Consorzio di Iniziative Sociali (CIS) che si pone l’obiettivo di sviluppare e sostenere i percorsi di autonomia dei richiedenti asilo e rifugiati sui territori di Alba e Bra attraverso un sistema di welfare di comunità basato sullo scambio e la reciprocità. Il progetto nel concreto è finalizzato alla formazione di Tutor territoriali dell’integrazione che, in qualità di cittadini che vivono e partecipano alla vita comunitaria in senso ampio, affianchino persone titolari di protezione internazionale o richiedenti asilo per un supporto sociale reale.

Infòrmati

Il progetto viene diffuso capillarmente con il contributo dei Comuni di Alba e Bra e attraverso solide reti di associazionismo presenti sui territori. Una completa informazione rivolta all’intera cittadinanza mira a garantire l’opportunità di partecipare al progetto.

Fòrmati

I candidati parteciperanno ad un percorso di formazione con il contributo di esperti del settore sul tema dell’accoglienza partecipata in cui verranno affrontati contenuti, strumenti, metodologie fondamentali per ricoprire il ruolo di tutor territoriale.

Attìvati

Lo sviluppo della relazione e delle azioni da attuare tra tutor e rifugiato è condivisa e sostenuta da entrambi i soggetti al fine di sviluppare forme di integrazione sociale fondate su reti relazionali concrete, supportate anche degli operatori del progetto.

Che cos’è un Tutor Territoriale dell’Integrazione

Quante volte ti è capitato di avere sotto mano un modulo e di non capire bene come compilarlo?
Oppure di entrare in un ufficio pubblico e trovarti spaesato? Ti è mai successo di aver voglia di cominciare qualcosa di nuovo, ma di essere bloccato dalle incertezze o di non sentirti adeguato al contesto? Ti sei mai trovato in uno stato straniero in cui le uniche parole che sapevi usare erano quelle per chiedere il conto al ristorante? Bene, queste sono solo alcune delle cose che sperimenta tutti i giorni un rifugiato che, anche nei pochi casi in cui ha scelto di essere in Italia, non è certo venuto in vacanza o per imparare la lingua.
Si trova quindi ad affrontare un’infinità di piccole grandi difficoltà prima di iniziare a capire veramente come muoversi in questa terra straniera, che ha tante contraddizioni e complicazioni anche per noi stessi italiani!
Nel percorso di adattamento ci sono certo gli operatori a guidare i loro passi nel buio, ma questo buio permane se non riescono a creare veri legami di affetto e di fiducia come avevano con familiari o amici ormai lontani.
Per questo crediamo nella figura del Tutor Territoriale dell’Integrazione che può essere un soggetto collettivo (associazioni e cooperative sociali in primo luogo) o individuale, che “adotta” un percorso di integrazione sociale, mettendo a disposizione le proprie competenze relazionali eo professionali attraverso un rapporto progressivamente più stretto con il rifugiato che torna, in qualche modo, a sentirsi a casa.

Fasi del percorso di affiancamento

1

Partecipa all’iniziativa iscrivendoti su questo sito

2

Prenditi un caffè con l’operatore del progetto che ti contatterà entro aprile per iniziare a conoscerti!

3

Fai nuovi incontri e approfondisci le tue conoscenze sul tema dei rifugiati partecipando a tre appuntamenti nel mese di aprile.

4

Inizia la tua esperienza da Tutor conoscendo un ragazzo rifugiato e condividendo con lui momenti di quotidianità.

5

Rimaniamo in contatto! L’operatore del progetto rimarrà a disposizione per condividere con te le gioie e le difficoltà dell’affiancamento.

Obiettivi comuni della relazione tra volontario e rifugiato

La relazione tra Tutor dell’integrazione e rifugiato non è una relazione di aiuto come quella tra operatore e utente. Ha invece le seguenti finalità:
1. promuovere attraverso la prossimità uno scambio interculturale significativo per entrambe le
parti;
2. garantire un sostegno anche emotivo in una fase di transizione delicata attraverso una relazione interpersonale significativa;
3. facilitare la conoscenza e la comprensione del territorio e delle sue dinamiche sociali, politiche,
economiche;
4. garantire un supporto sociale pratico sugli aspetti dell’autonomia ed un riferimento relazionale in caso di bisogno;
5. esprimere, valorizzare e socializzare la presenza del beneficiario e delle sue specifiche caratteristiche, attitudini e capacità;
6. consolidare legami significativi, progressivamente sempre più reciproci e simmetrici.

In che cosa s’impegna un volontario?

Nel sostegno emotivo e relazionale del rifugiato, per esempio:
• invitare ad eventi, iniziative culturali, incontri associativi, occasioni ludiche o riunioni familiari proprie del tutor;
• garantire almeno un contatto telefonico settimanale ed almeno un incontro mensile per il tempo di durata del progetto;
• raccontare e guidare alla scoperta di luoghi, persone e storie significative per il tutor;
• proporre ed organizzare momenti di convivialità, uscite sul territorio, gite e altri momenti di socialità.

Nel supporto sociale pratico del rifugiato, per esempio:
• apprendimento lingua italiana (conversazione);
• accompagnamento alla ricerca di soluzioni abitative in autonomia;
• supporto nel superamento degli esami di teoria e pratica della patente;
• supporto nella lettura e nella comprensione di documenti burocratici e finanziari (es. conto corrente, contratti telefonici e di altre utenze, contratti di lavoro);
• aiuto concerto nella conciliazione casa-lavoro (trasporti, baby sitting etc).

In che cosa s’impegna il rifugiato?

• aggiornare i tutor tempestivamente su cambiamenti della propria situazione in Italia (lavoro, salute, decisioni etc);
• esprimere gusti e preferenze personali;
• proporre attività e iniziative da fare insieme;
• garantire almeno un contatto telefonico settimanale ed almeno un incontro mensile per il tempo di durata del progetto;
• raccontare e guidare alla scoperta di luoghi, persone e storie significative per il beneficiario.